Balilla

sabato 26 febbraio 2011

La carità

Mio zio persona molto religiosa, che fino a trenta anni era un normale contadino con poco studio e molto lavoro da fare, un giorno decise di lasciare tutto e di ritirarsi in convento per vivere da laico la sua vocazione.

Nel frattempo si recò come salesiano a Caracas dove intraprese studi infermieristici, di seguito partì per i villaggi e le missioni del grande Orinoco Amazzonico ad aiutare chi realmente aveva bisogno di tutto.

Studiò arte proprio come me insegnava nelle scuole cattoliche delle missioni disegno, si laureo in antropologia, insegnando poi anche alla università cattolica a Bogotá.

Ma non era questo che aveva in mente e a 50 anni coronava quella che è stata sino dal principio la sua vocazione, il Sacerdozio. Non volle posti di prestigio che vescovi e superiori gli avrebbero volentieri assegnato, e di sua volontà si fece mandare come parroco in alcune missioni nel pieno della foresta, dove ha raggiunto la casa del padre cinque anni fa.

Fra tutti i nipoti io ero quello cui teneva un po’ di più e con cui quando tornava poteva parlare di cose che con gli altri non era possibile discutere.

Era molto affezionato, lui a me ed io a lui, chiedevo sempre le sue preghiere ritenendomi da sempre un buon peccatore, essendo lui oltre che un buon cristiano anche esorcista in forza al Vicariato Apostolico de Puerto Ayachuco.

Quando tornava ogni due anni, lo portavo sempre in giro, a trovare i parenti e a vedere cose nuove.

Non era una persona che lasciava correre, e quando mi vedeva fare una cosa sbagliata mi correggeva in maniera ferma e amorevole.

Un giorno lo avevo portato ad Assisi e fermati alla basilica di S. Maria degli Angeli trovammo una zingara che chiedeva l’elemosina.

Io sapendo che non chiedono perché anno bisogno, ma per abitudine la apostrofai in malo modo e mi allontanai.

Mio zio si ferma preleva dei soldi dalla tasca e glie lì da.

Mi ci “arrabbio” un po’ dicendogli che gli zingari lo fanno per mestiere non per bisogno….,

Nel ritorno entrammo nell’argomento e come sapeva fare lui mi disse: io sono un cristiano e se uno mi chiede aiuto sono come recita la il vangelo in dovere di darlo, chi chiede se non ha bisogno e inganna la mia buona fede ne renderà conto a Dio.

Non ci possiamo arrogare il giudizio di sapere se uno a bisogno o no, Dio ha detto chiedi e ti sarà dato, se vogliamo seguire il suo esempio e se un tuo simile chiede tu non puoi esimerti di non dare, è questo essere cristiani, essere fratelli, seguire l’insegnamento del Vangelo , la carità è uno degli atti più veri per noi cristiani.

Non ci crederete ma anche oggi a distanza di molti anni quando vedo qualcuno chiedere la carità ripenso a quella volta, e oltre a pensare a mio zio che non c’è più, a differenza di prima faccio sempre la mia parte, reputandola una azione che sta alla base del vivere da cristiani, perché il mondo di oggi oltre che da giudici e tribuni è sempre più popolato da gente che fa finta di non vedere.

1 commento:

  1. Quante cose sono palesi nella loro ingiustizia e ipocrisia.
    Quante persone potrebbero essere migliori di come sono se non altro perchè si professano in un certo modo .
    Eppure non spetta a noi giudicare .
    Diceva Gesù " Guardatevi dal lievito dei farisei che è l'ipocrisia. " "I farisei amano gli ossequi e i primi posti nelle sinagoghe ".
    Eppure noi non possiamo giudicare un fariseo ma verrà il tempo del giudzio anche per loro.
    Illusi !!! Coloro che in prima fila in chiesa sono tanto arroganti da pretendere di prendere in giro anche il Signore !!
    io non giudico perchè più passa il tempo e più mi rendo conto dei miei limiti.
    Sono tanti i miei limiti , ma ogni giorno chiedo una mano per essere migliore di come sono , quindi è meglio che a giuducare gli altri ci pensi lui .
    Spero che abbia molta indulgenza nei miei confronti ....

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